Domenica 19 gennaio alle ore 12.00 la Pro Suzzolins il Comune di Cordovado ed il Comune di Teglio Veneto intendono ricordare le vittime civili di guerra del bombardamento aereo del 16 gennaio 1944 con una cerimonia commemorativa che avra’ luogo presso il CENTRO SOCIALE DI SUZZOLINS.
La cerimonia sarà accompagnata dal Coro LiberArmonia,
la popolazione e le associazioni sono invitate a partecipare.
Per onorare la memoria di tale tragico avvenimento riportiamo la testimonianza del Signor Zanetti tratta dal Periodico CURTIS VADI:
“Era domenica sera, e con alcuni amici di Suzzolins attorno alle 22.30, stavamo tornando verso casa dopo aver assistito nella sala cinema “Italia” di Cordovado un film western, con protagonista Tom Mix. Eravamo in gruppo con le biciclette, si rideva e si scherzava. All’improvviso sentimmo un rombo cupo di aerei che si avvicinavano velocemente sopra di noi. Vedemmo prima dei razzi chiamati “bengala”, ma nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo da li a poco, anche perché la zona veniva spesso sorvolata da squadriglie di aerei alleati. All’improvviso si scatenò l’inferno: esplosioni, scoppi di bombe, bagliori di fuoco, schegge che volavano. Michele Bozzato, mio carissimo amico mi disse di ripararmi a casa sua, ma in quel momento una bomba cadde nel suo cortile, uccidendolo sul colpo. Era uno “spezzone” di bomba, la cui detonazione ha causato un fortissimo spostamento d’aria che mi fece volare dentro un fossato che mi riparò dalle schegge salvandomi la vita.
Fu terribile, l’incursione sembrava infinita, le bombe scoppiavano senza sosta. Fortunatamente riportai solo una ferita alla testa, ma sentii urla e grida di disperazione. Quando cessò il fuoco, ritornai velocemente a casa. Solo il giorno dopo venni a sapere che l’incursione aveva causato otto morti, tutte persone che conoscevo bene tra cui Michele, Marcellino e Ferruccio. Quello che mi colpì molto fu l’indifferenza per l’accaduto da parte dei tedeschi e dei fascisti, anzi, una quindicina di giorni dopo Suzzolins subì un vasto rastrellamento da parte dei nazifascisti, con la fuga tra i campi da parte di tanti di noi.
I morti di quella sera furono trasportati con un carretto (tutt’ora custodito nel centro sociale che per la comunità rappresenta un simbolo e che viene posto da ormai qualche anno in parte al cippo durante la commemorazione). Dopo quella dura esperienza, emigrai all’estero e tornai a casa solo lo scorso anno, ma quello che avvenne quel tragico 16 gennaio è rimasto indelebile nella mia mente”.